Live report: Behemoth
Zona Roveri, Bologna, 14 aprile 2015
I
Behemoth nascono nel 1991 come gruppo
black metal. In un periodo in cui la scena black è dominata quasi esclusivamente da band scandinave, il gruppo riesce a trovare un buon numero di fan prima in patria e poi in tutta Europa.
Nel 1995 esce il loro primo album,
Sventevith; pochi anni dopo, attraverso la fusione di black e death e con l'uscita dell'album
Satanica, creano un genere che li contraddistingue e li trasforma in una band inconfondibile.
Accompagnato da un paio di amici con le orecchie squagliate da anni di ascolto di generi estremi ci dirigiamo verso il concerto.
Arrivati davanti al locale
Zona Roveri, situato in una zona industriale esteticamente poco interessante ma con il vantaggio di un comodo parcheggio, ci dirigiamo verso l'entrata per fare la tessera arci. Qui pensavo di trovare già una buona schiera di adepti del
reverendo Nergal ma forse uno dei motivi che ha abbassato le presenze è che i biglietti di questa data sono stati messi in vendita molto in ritardo rispetto alle altre due date italiane che avevano aperto le prevendite già a dicembre.
The Satanist tour parte 2 è stata una bella sorpresa per il pubblico italiano, che solo l'anno scorso aveva visto la prima parte del tour, prolungatosi per l'uscita dell'ep
Xiadtz.
Dopo pochi minuti aprono i cancelli: lo
Zona Roveri è già trepidante per l'esibizione della band polacca.
Aprono la serata gli italiani
Sulfur, di Firenze, che suonano un buon black death.
Cambio palco ed è il momento dei
Thaw, giovane band slovena che unisce doom, elettronica e parti che sfociano in un noise estremo, veramente gradevoli ma forse da prendere a piccole dosi.
A seguire gli svizzeri
Bolzer, duo di Zurigo, solo batteria e chitarra, che scaldano il pubblico con un classico black/death, potenti, anche se la mancanza del basso secondo me si fa sentire troppo.
Sono le 22:40: si abbassano le luci e inizia a sentirsi in sottofondo l'intro di coltelli che si affilano, partono le note di
Blow your trumpets Gabriel, il basso incalza e i timpani risuonano come provenissero dalle profondità dell'Inferno, di nome e di fatto.
Dal buio del palco spunta Nergal: ha tra le mani due fiaccole infuocate, lancia al pubblico il suo sguardo inquietante e fa partire il rituale.
Tutto il concerto è un susseguirsi di atmosfere lente e oscure, arpeggi distorti sostenuti da tappeti di doppia cassa con un fraseggio di un ride tutto ping che ti buca il cervello, alternati da ritmiche black metal puro, tempi blast al limite delle possibilità umane.
Il chaos ordinato della bestia ippopotamo (Behemoth) è esaltato dalla teatralità che i 4 mettono in scena: maschere, turiboli, sangue (finto) fanno da contorno ad un'esecuzione musicale impeccabile e precisa che rende la band uno dei capisaldi del genere da oltre 20 anni.
La scaletta inizia con due pezzi dell'album
The Satanist, la già nominata
Blow your trumpets Gabriel e
Ora pro nobis Lucifer, continuando con i i classici
Conquer all e
Decade ov therion,
Messe noire, che è un esempio di drumming con l'utilizzo del ride a due mani, poi la bellissima
Ben Sahar,
As above so below e una selezione di canzoni dall'oltre decina di album della band.
In tutto circa 13 pezzi eseguiti senza interruzioni, in un continuo ruotare di teste e corse sul palco, per finire con
Chant for Eschanton, dove il pubblico canta il potente e melodico ritornello di chitarra.
Sembra tutto finito ma il gruppo torna sul palco per concludere con
O father o satan o sun, finendo lo show con le immancabili maschere dalle lunghissime corna che si nascondono tra i fumi del palco.
Un'ora e 15 minuti di spettacolo fenomenale.
Unica controindicazione: dopo aver visto un concerto dei Behemoth, vi potrebbe capitare di svegliarvi durante la notte e incominciare a parlare al contrario...
.ottel imreva rep ittut a eizarG
Live report di Mr. Tagliatella