Ci sono tre tipi di connessione, in ordine di affidabilità: una singola asticella, una doppia asticella, e una base metallica.
Il peggior pedale con cui un batterista può suonare, cioè quello normalmente in dotazione con le batterie super-economiche (mezzo milione o anche meno), ha una connessione davvero instabile fra il poggiatacco (la parte della piastra che tocca terra) e il corpo centrale, solo un'unica schiacciata asticella metallica. Questo è un sistema molto molto fragile, perché:
Fortunatamente, quasi tutti i pedali hanno una connessione più stabile: due asticelle cilindriche, una per lato: queste si fissano al pedale infilandosi in due appositi fori (guardate la foto accanto). Con questo sistema si eviteranno molti problemi e la connessione dovrebbe essere solida; comunque, se la piastra dovesse ancora muoversi, si potrà ovviare a ciò creando spessore nei fori, per esempio con della carta.
Molti pedali costosi dispongono di una base in acciaio. Il poggiatacco é fissato stabilmente a questa, che é a sua volta tutt'uno con il corpo centrale del pedale. Questo sistema di connessione é da preferire ai due precedenti, poiché elimina definitivamente ogni movimento indesiderato, permettendo il trasferimento diretto di tutta la spinta del piede sul battente. Il pedale Mapex qui accanto ne é uno splendido esempio (a parte il discutibile color zabaione...).Alcuni pedali Yamaha (le ultime due serie) dispongono di una base ricurva, per una maggiore stabilità su ogni superficie.
L'attacco di solito é una ganascia piatta che schiaccia il cerchio della cassa contro la base del pedale, per fissare quest'ultimo alla cassa.
Questa ganascia può essere controllata da una vite posta direttamente sopra di essa, e quindi sotto la piastra del pedale (guarda la foto di sopra): un posto scomodissimo da raggiungere se non si è un contorsionista!
Per fortuna, molti nuovi (e più costosi...) pedali dispongono di una più accessibile vite laterale, che controlla la ganascia con un sistema di leve (foto a destra).
Più che la forma, bisogna considerarne la stabilità. Una parte critica della piastra è la giuntura fra la parte mobile e il poggiatacco. Se questa non è buona e "fa gioco", si perderà una parte dell'azione del piede in indesiderati movimenti laterali della piastra. Tuttavia la giuntura deve essere sì stabile, ma non deve presentare molto attrito. Per questo i modelli di punta di tutte le grandi marche di pedali (come i Tama IronCobra, i DW 5002, quelli Mapex e quelli Yamaha, e anche i Pearl e Gibraltar) dispongono di cuscinetti a sfera, per una massima fluidità.
I nuovi pedali Pearl dispongono del PowerShifter, un pratico sistema che permette di spostare il poggiatacco avanti e indietro sulla base, cambiando l'inclinazione della piastra e quindi il feeling del pedale (immagine a sinistra).
Quasi tutti i pedali sono provvisti, ai lati, di due punte che possono fuoriuscire a piacere, per evitare che il pedale si muova (foto a destra). Queste punte sono particolarmente utili per il pedale sinistro del doppio pedale.
La piastra del pedale dovrebbe avere dei rilievi, per assicurare una certa aderenza sul pedale (utile anche se suonate scalzi, o con stivali da sporchi di fango...).
Questo è uno dei dispositivi più importanti del pedale. La sua giusta regolazione da' al batterista il rimbalzo e la resistenza che vuole.
Oltre ad alcuni dispositivi accessori ma non indispensabili, una caratteristica davvero interessante è il dispositivo che permette di cambiare l'angolo del battente e della piastra (nell'immagine il dispositivo é indicato dalla freccia). Si svita l'apposito dado e lo si riavvita quando si trova la giusta inclinazione per piastra e battente. Combinando questa regolazione con una tensione della molla adatta al proprio stile, si può ottenere qualsiasi risposta possibile dal pedale. Alcuni pedali hanno due molle, una per lato: non c'è regola a riguardo. Nell'immagine a sinistra, oltre al suddetto dispositivo, é evidente la connessione della molla, direttamente in linea col dispositivo, il che assicura una maggiore fluidità e attriti minori rispetto ai pedali economici.
La maggior parte dei pedali dispone di una catena. Una doppia catena é molto più robusta e non si torce facilmente come una singola. L'alloggiamento, la parte tondeggiante su cui la catena poggia, può avere i denti, oppure può essere completamente liscio.
Esistono anche varie versioni dell'alloggiamento (per esempio, l'accelerator della Tama e l'Eliminator di Pearl), che forniscono una diversa risposta del pedale alla fine della corsa del battente per questioni di geometria della camma (può essere di varie forme, per esempio ellittica, oppure con l'asse decentrato). Alcuni pedali consentono di spostare la catena su tre posizioni, per variare l'inclinazione della piastra senza cambiare l'angolo del battente. C'è anche un'altro modo di collegare la piastra al battente: semplicemente una cinghia, al posto della catena (foto a destra). Alcuni batteristi la preferiscono alla catena per la sua particolare azione.
Di solito il battente è un cilindro duro ricoperto da uno strato di feltro bianco (immagine a sinistra). Alcuni buoni pedali dispongono di un battente con due, tre o quattro superfici di diversi materiali (feltro, plastica, gomma, legno...) e diverse forme (foto a destra), per scegliere facilmente quella che da' il suono e il timbro che si desidera. Questi battenti sono anche acquistabili a parte, e quindi si possono montare su qualsiasi pedale. Alcuni pedali dispongono poi di un contrappeso sull'asticella, asportabile, in modo tale da personalizzare ulteriormente la risposta del pedale, a seconda della sua posizione.
Buona pedalata!