Approfitto di questo thread così da non aprirne di nuovi.
Stamattina cazzeggiando su facebook ho letto la discussione del M° Walter Calloni. Costui affermava, facendola breve, che c'è una crisi drammatica nel mondo della musica e tra i musicisti in particolare, non si riesce a suonare in giro tra locali, piazze ecc quindi i musicisti di professione non se la passano benissimo.
Ha proposto, con convinzione per giunta, una soluzione al problema, a detta sua, risolutiva.
La proposta è questa, soltanto i musicisti di professione possono percepire un pagamento, i gestori dei locali, dunque, dovrebbero pagare solo chi lo fa di professione.
Aggiunge, poi, che gli hobbisti, coloro che hanno un altro lavoro ma vogliono suonare in giro, per evitare di togliere opportunità e lavoro ai professionisti debbano pagare di tasca loro per suonare.
Io ci ho pensato a lungo, ovviamente non ho risposto direttamente per evitare di avere facebook intasato da milioni di notifiche, considerando, anche, che il famoso social network è diventato inutilizzabile, preferisco parlarne quì, sembra di essere davanti ad un buon caffè in un bar tranquillo!
Pensiamoci seriamente, un "hobbista", nella maggior parte dei casi, ha sborsato una bella cifra per prendere lezioni di musica, ovviamente questi soldi vanno ai professionisti, di cui il M° Calloni fa parte, ha studiato, si è impegnato, ha fatto sacrifici e si è anche sentito dire dal maestro che per migliorare davvero deve suonare in una band dal vivo con altri musicisti provando i club, i teatri, le piazze ecc
Mentre prende lezioni, l'hobbista spende altre migliaia di euro per poter acquistare lo strumento, nel nostro caso la batteria, ha preso i fusti, l'hardware, i piatti e tutti gli accessori, a differenza della maggior parte dei professionisti che, nella stragrande dei casi, hanno gli endorsement, quindi non tirano fuori un euro.
Alla fine di tutto, quindi, l'hobbista deve recarsi da un proprietario di un locale e pagarlo per suonare, ma non trovate anche voi il punto di non raccordo della vicenda?
Mi metto nei panni del proprietario del bar, arriva un trio, un quartetto ecc, di hobbisti, magari anche conosciuti nella zona, mi dicono di voler suonare e mi pagano per farlo, io ci guadagno due volte, magari, già che ci siamo, gli chiedo di pensare anche alla SIAE, così dalla mia cassa non uscirà fuori neanche un centesimo e se mi va bene riempirò anche il locale e spillerò un buon numero di birre, quindi a che pro chiamare dei professionisti? Pagarli fior fior di quattrini se posso essere pagato da hobbisti, che poi di solito non sono nemmeno malaccio?
Torniamo agli endorsement, se fossi un'azienda famosa inizierei a farlo non più ai professionisti, ma agli hobbisti, con una formula differente, di certo non li regalerei ma darei modo di usufruire di benefit o vantaggi particolari, inutile sponsorizzare, chessò, un rullante se poi l'hobbista non può, sempre a detta del M° Calloni suonare in giro visto che danneggia i professionisti.
Con quest'ultima riflessione, concludo.
Siamo sicuri che non si debba stilare una, non dico classifica, ma qualcosa di similare per i professionisti? Io non credo che un musicista come Golino abbia gli stessi problemi economici di un maestro di batteria di provincia, eppure sono entrambi definibili come "professionisti", inoltre, troppo spesso, costoro hanno la pretesa di suonare soltanto generi precisi, coloro che gli sono graditi senza fare una ricerca di mercato, salvo poi suonare poco e lamentarsi.
Io stesso se ad oggi dovessi decidere di mettermi a suonare in giro con una certa continuità sceglierei di entrare in un'orchestra da ballo, (liscio, latini, balli di gruppo) così da fare, come minimo, una serata a settimana nei mesi di magra e suonare anche 4-5 volte a settimana sotto Natale o nel periodo di Ferragosto.
Bene ho finito, ditemi cosa ne pensate