I microfoni: modelli e posizionamento

Naturalmente la scelta dei modelli dei microfoni, del loro numero, e della posizione, non sono assolutamente delle regole, ma sono dettate dal proprio gusto e dal suono che si vuole ricavare (dando per scontato il budget sempre limitato!).

Non sottovalutate di fare varie prove di posizionamento: quando si microfona cosí da vicino come per la batteria, anche pochi centimetri possono fare la differenza. Detto ciò, qui di seguito trovate delle linee guida.

  • Cassa: probabilmente il pezzo più difficile da registrare (come da accordare). La prima cosa da dire é questa: se non potete permettervi dei buoni microfoni, almeno quello per la cassa deve essere di qualità discreta. Infatti potete arrangiare con due microfoni economici per i piatti (o anche uno solo), potete anche non usare microfoni per i tom, ma se la cassa non é ben microfonata, il suo suono si perderà nel mix e il pezzo (inteso come tamburo cosí come canzone) sarà molto vacillante.
    Il mic va messo molto vicino alla pelle frontale. Se questa è forata, è meglio piazzarlo all'interno della cassa: potete iniziare provando a metterlo a cavallo del buco, o 5/10 cm all'interno, puntante verso il battente. Andrà bene un microfono cardioid (che appunto enfatizza le basse frequenze) dinamico. Mettendolo più vicino al battente si enfatizzerà l'attacco di questo sulla pelle, mentre mettendolo più esternamente, si avranno più bassi, ma probabilmente i colpi saranno un po' meno definiti. I microfoni più utilizzati per la cassa sono l'AKG D-112 e lo Shure Beta 52 (nell'immagine),shure beta 52 da preferire anche se un po' più costoso (comunque stiamo sotto i 250 euro). Volendo proprio esagerare, con oltre 300 euro si trova il Beta 91, sempre Shure. Questo microfono é a condensatore (e quindi necessita di alimentazione phantom), ed ha una forma rettangolare schiacciata, tipo telecomando, e va poggiato su una superficie morbida all'interno della cassa. A quanto dice Shure il Beta 91 fornisce il tipico attacco del battente sulla pelle che si sente nei dischi.
    Per i professionisti, o comunque i super-esigenti: la cassa si può registrare con due microfoni. Per esempio un beta 52 davanti al battente, a 10 cm, e un beta 91 più verso l'esterno. In questo modo si avranno contemporaneamente bassi, attacco e definizione.

  • Rullante: per iniziare si può piazzare il microfono a 3/4 cm dal cerchio, puntando verso la pelle. shure beta 56Un SM 57 andrà bene, o un beta 56 (entrambi Shure, di cui l'ultimo in foto) o se non si bada a spese un beta 98, a condensatore, che viene montato su quei piccoli supporti a collo d'oca molto comodi.
    Anche qui esiste una posizione ottimale a seconda del suono che si vuole ottenere: come avrete capito se avete letto la parte sulla cassa, puntando il microfono verso il centro, sul punto d'impatto delle bacchette con la pelle, si avrà un sacco di attacco e definizione. Viceversa, tenendo il microfono più esterno e puntante verticalmente, all'interno del tamburo, si avrà meno attacco ma più armonici, un suono più riverberante, e più influenzato dal materiale del fusto. A voi provare di persona.
    Volendo fare le cose davvero per bene è meglio usare un secondo microfono per la pelle inferiore, per prendere meglio i bassi e il suono della cordiera. Questo dovrà essere un condensatore (per captare meglio il suono crespo e frizzante della cordiera) leggermente più lontano dalla pelle, e puntante ad essa perpendicolarmente.

  • Tom e Timpano: tutti i microfoni citati per il rullante andranno bene, ma se non si dispone di una grande cifra ci si puo' anche rivolgere a marche meno note. Il consiglio che vi do é questo: prima di spendere soldi provate a registrare senza microfoni per i tom, con i soli panoramici (+cassa e rullante, ovviamente). shure beta 98Per arrangiare questo può andar bene, e se la batteria é di qualità, il suono dei tom sarà registrato discretamente. Il fatto é che nel mixaggio si perderanno, in quanto si sentirà il loro suono, ma sarà carente di bassi e di attacco, ottenibili solo con un microfonaggio ravvicinato. Basta quindi microfonarli e portarli al volume sufficiente affinché il suono sia definito e solido.
    Microfoni adatti sono ancora l'SM 57, o i beta 56 o beta 98 (foto), oppure gli AKG 418, per esempio, oppure ancora i Sennheiser della serie 504. Gli ultimi tre citati hanno una pinza incorporata che si attacca al cerchio, molto comoda. Se vogliamo, però, la palma come microfoni più usati per i tom va ai Sennheiser 421, davvero dei classici.
    Valgono le stesse regole di posizionamento appena viste per il rullante.

  • NT1000, della RODECharleston: di solito il charleston non ha bisogno di microfono in quanto é già abbastanza presente nel suono che viene ricevuto dai panoramici. Spesso tuttavia si ha bisogno di regolare meglio il suo suono, magari per curarne con precisione bilanciamento, volume, o per togliere poi certe frequenze che lo rendono sporco e poco brillante. In questi casi andrà benone un condensatore, posto quasi verticalmente sul piatto superiore a una distanza di circa 4/5 cm. Attenzione a non metterlo di lato, fra i due piatti: i getti d'aria causati dalla loro chiusura entrerebbero tutti nel microfono! Oppure, se volete o dovete mettere il microfono a quell'altezza, almeno inclinatelo leggermente verso l'alto o il basso. Puntando il microfono maggiormente verso il bordo dei piatti, si avrà un suono più squillante e brillante che puntandolo verso la superficie del piatto superiore.
    I modelli di microfono adatti ai piatti vanno bene anche per il charleston, quindi leggete il prossimo paragrafo per avere un po' di nomi.

  • Panoramici: la maggior parte della gente mette i panoramici agli estremi del kit, puntanti verso il centro. Questa é probabilmente la cosa più intuitiva; tuttavia molti insistono che il suono che ne viene fuori non é naturale, e preferiscono la configurazione ORTF. Questa sigla corrispondeva alla radio e televisione francese, e la tecnica é la seguente: due condensatori cardioidi in alto al centro del kit, con le capsule distanti circa 17 cm, col sinistro che punta a destra e viceversa, con un angolazione tipo una V molto schiacciata (circa 110 gradi). In questo modo si simula la posizione delle orecchie umane. Il motivo per cui il suono risultante sarebbe migliore va ricercato nella minore cancellazione di fase. Cosa vuol dire? Se mettete i due mic lontani, agli opposti del set, se suonate il rullante o i primi tom, questi suoni arriveranno più o meno nello stesso istante ai due microfoni. Se però suonate il ride, il suo suono arriverà immediatamente al panoramico destro, e un attimo dopo a quello sinistro (viceversa se suonate il charleston). due sinusoidi che si sommano con varie differenze di fasePoiché le onde sonore in sostanza (ce lo assicura Fourier) sono scomponibili in onde sinusoidali, se sommiamo due onde uguali e che sono "in fase" (prima colonna dell'immagine), cioè che si sviluppano nel tempo di pari passo, l'onda risultante (nera nell'immagine) sarà l'esatta copia delle due, semplicemente amplificata. Se invece le due onde sono fuori fase, cioè uguali sí ma sfasate tra loro, l'onda risultante non seguirà perfettamente né l'una né l'altra. Il suono stereofonico che ne trarremo sarà infangato, poco vivo, e potrebbero esserci sbalzi di volume fra i diversi pezzi della batteria, appunto perché cambia l'ordine di arrivo e il distacco fra le due onde. Va da sé che se due onde sono sfasate di un intero periodo (terza colonna), si annulleranno completamente perché l'onda risultante sarà la somma di due quantità costantemente uguali ed opposte. Nella pratica, poiché i suoni non sono fatti da una sola onda ma da varie onde di varie frequenze, non si avvererà mai esclusivamente una delle due possibilità estreme (fase - controfase), e le onde saranno sempre leggermente sfasate; tuttavia la configurazione ORTF da questo punto di vista é la migliore perché la distanza fra i due microfoni é piccola (le capsule stanno a meno di 20 cm) e quindi tutti i suoni le raggiungono quasi nello stesso tempo. Questo discorso sulla fase in sostanza e´ simile a quello affrontato per l'accordatura. In questo caso la fase va cercata fra fusto e pelle.

    A voi quindi sperimentare con entrambe le tecniche (microfoni distanziati e ORTF). Sia per gli "overhead" che per il charleston AKG ci fornisce una marea di microfoni. I più usati, in ordine di qualità crescente: C-1000s, C-3000, ck91 e C414. Per le altre marche, fidatevi dei RODE (NT1 o meglio NTK (valvolare!) o NT1000 -foto precedente-), oppure gli SM 81 Shure, eccellenti, o gli ultra-cheap 16-AM. L'importante é che siano condensatori, in quanto questi sono, per natura fisica, più precisi nei transienti, cioè nei suoni impulsivi e rapidi. Se state al verde, provate comunque con i gloriosi SM-57, probabilmente resterete sorpresi.

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