Live report: Aaron Spears, Skip Hadden, Franco Rossi - masterclass

Saloon Public House, Roccaforzata, 14 maggio 2015

Parte 2: Aaron Spears - Vai alla prima parte


Terminate le masterclass con Rossi e Hadden si cambia decisamente registro, vuoi perchè il palco riservato a Spears è all'esterno del locale, vuoi per il drumming e l'età radicalmente diversi.


Aaron Spears in clinic



Aaron Spears (classe 1976) è un giovane esponente di una classe batteristica contemporanea tipica di alcuni batteristi di colore, fisicamente possenti, capaci di fare fill e stacchi con velocità, potenza e precisione impressionanti, denominati gospel chops. Un altro esponente perfetto di questo stile è Chris Coleman, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo pochi mesi fa.

Spears non tiene propriamente una masterclass bensì una clinic, in quanto alterna vari brani suonati su base a (numerose) domande e risposte con i presenti.
Inizia la clinic suonando due brani su base: si rimane subito impressionati per la potenza e l'esuberanza del suo drumming, per i fill puliti ma allo stesso tempo veloci e devastanti.


Aaron Spears in clinic



Subito dopo si cimenta in una sua rivisitazione di un brano dei Radiohead, "15th step", brano in 5/4, e coglie l'occasione per esortare i presenti a cimentarsi in tempi che vadano al di là del classico 4/4. Su questo brano in particolare, a onor del vero, non ho potuto fare a meno di notare che l'abbondanza di chops e fill era leggermente in contrasto con l'atmosfera e lo stile della band inglese, ma come ha ammesso lo stesso Aaron, si è trattato di una rivisitazione personale divertente (e comunque in chiave clinic, quindi necessariamente esuberante), piuttosto che di una cover.
A proposito di 5/4, Aaron suggerisce qualche idea su come portare il tempo nei tempi dispari: lui lo porta in "half time" ossia conta i movimenti a gruppi di due, aggiungendo un "and" finale. Quindi un 5/4 viene contato "one - two - and"; un 7/8 diventa "one - two - three - and" e così via. In questo modo si sente più libero e meno vincolato al metronomo, soprattutto nel caso di tempi veloci. Anzi, confessa che spesso smette di contare e pensare troppo, per lasciarsi andare ed esprimersi musicalmente senza sovrastrutture.


Aaron Spears in clinic



Aaron cita come sue ispirazioni batteristiche Dennis Chambers e Vinnie Colaiuta, asserendo che loro sono per lui le radici del suo playing.
Quando gli viene chiesta la sua scala di valori fra tecnica, stile e groove, Aaron non ha dubbi: al primo posto groove insieme al proprio stile. La tecnica, i chops in particolare, servono perchè gli permettono di essere creativo, ma alla base c'è il groove. A riguardo torna a citare Dannis Chambers, che con il suo "semplice" groove riesce a incantare.


Aaron Spears in clinic



Venendo allo studio giornaliero, Aaron confessa che al momento, avendo un figlio nato da pochi mesi non può fare pratica quotidianamente, ma se non fosse per questo il suo studio sarebbe di circa un'ora al giorno, preferendo di gran lunga suonare sui brani, studiarseli e prepare poi delle variazioni.

Aaron infine racconta come il suo set sia funzionale al sound che gli piace. In particolare i tom della DW montano pelli Remo Ebony Emperor nere con un pizzico di Moon Gel, in modo da avere un suono secco e stoppato, con poco decay, mentre fra i piatti (Zildjian) compaiono numerosi strumenti ed effetti particolari indispensabili per lui nei brani hip-hop ed elettronici.


Aaron Spears in clinic


Aaron termina la sua clinic suonando vari altri brani, la maggior parte con sonorità elettroniche o hip hop (come "Caught Up" di Usher).

Al termine della sua dimostrazione non si può non rimanere impressionati dal suo stile: potente, veloce, preciso; uno stile quadrato misto però a raffiche di fill devastanti fra tom, rullante e cassa; spostamenti di accenti; rallentamenti e pause. Un bagaglio tecnico e stilistico impressionante, da fare invidia ai più e che ha ipnotizzato il giovane pubblico per tutta la durata della sua clinic.


Grazie al maestro Alessandro Napolitano, Jonio Jazz e Accademia dei Due Mari per la consueta collaborazione e per la portata artistica e tecnica dei loro eventi.
Alla prossima!


Roberto Ficarella - labatteria.it


Aaron Spears in clinic