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Batterismi altri(insonnia)

Qui si parla di batteristi e band affermati, ma anche concerti, generi musicali, dvd...
Per la ricerca di batteristi (e altri musicisti), utilizzare il forum "Mercatino -> Musicisti".

Messaggioda vit vit il sab giu 28, 2014 2:29 am

Preda di una notte che non mi vuole lasciar dormire,vagando per i pensieri ed il web volevo mettere a conoscenza batteristi altri,musicisti di ampie vedute,filosofi del ritmo e del timbro.
Cosi' giusto pour parler,magari qualcuno si ispira e conosce cose(suppongo) poco conosciute(e diversi modi di intendere lo strumento batteria),e se magari qualcuno vuol contribuire ...ben venga.

Alessio Riccio
https://www.youtube.com/watch?v=MIoqS7tbJv8
http://www.alessioriccio.com/ninshubar/
qui un'articolo filosoficopercussivo http://www.alessioriccio.com/press/pagina.php?idelemento=135

Cristiano Calcagnile
http://www.cristianocalcagnile.eu/

https://www.youtube.com/watch?v=b6q8ZAwkEXA

https://www.youtube.com/watch?v=hyTC0pPpr8E

https://www.youtube.com/watch?v=_k8ljzHtHJw

Michele rabbia
https://www.youtube.com/watch?v=JgoOSJgUb1w

https://www.youtube.com/watch?v=H22Wo8e8ut8

..........continua??
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Messaggioda AnBra il sab giu 28, 2014 6:53 am

Per forza non puoi prendere sonno! Ascolta una bella ninna nanna, invece, o prova a contare le pecorine.
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Messaggioda vit vit il sab giu 28, 2014 12:20 pm

VIsto l'enorme interesse,rilancio con un paio di batteristi di matrice rock,intesa come sonorita' mentre è ben differente l'approccio musicale e strutturale.

Chris Cutler
Storico batterista degli Henry Cow ,attualmente improvvisatore elettroacustico,oltre che compositore,discografico,attivista.
http://vimeo.com/11570431

Charles Hayward
Batterista di estrazione rock influenzato dal punk,membro dei This Heat,Massacre ,Keep The Dog,attivo in concerti per batteria e solo voce.
http://www.youtube.com/watch?v=BuFJTTwa5AM
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Messaggioda Mr.Tagliatella il sab giu 28, 2014 12:41 pm

I Massacre? Questi? Bravo Vit che ascolti roba interessante :D

https://m.youtube.com/watch?v=xColQNDac9M

:lol: :wink:
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Messaggioda popz il sab giu 28, 2014 2:35 pm

Hum, situazioni molto impegnative per esprimere giudizi! Sicuramente la prima cosa che mi è venuta in mente sono i foley artist ( quelli che creano gli effetti sonori per i film)

http://www.youtube.com/watch?v=OONaPcZ4EAs :!:
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Messaggioda vit vit il sab giu 28, 2014 4:33 pm

Mr.Tagliatella ha scritto:I Massacre? Questi? Bravo Vit che ascolti roba interessante :D

https://m.youtube.com/watch?v=xColQNDac9M

:lol: :wink:

Robetta :D sono cresciuto con Metallica,Celtic Frost,Voivod,Slayer,Death Angel ,Dark Angel,Annilhator,Kreator......pero' avevo diciotto anni,nel'88

:tru :tru

Popz :D oddio una certa parentela cè fra i vecchi percussionisti sonorizzatori dei film muti con i ceffi che ho linkato....diciamo che a volte descrivono e sonorizzano un film che è solo nella loro mente :a:
Spesso ho visto creare colonne sonore improvvisate su immagini molto forti(metropolis,nosferatu,il colore del melograno...)ovviamente non ricreando passo passo i suoni ambientali,ma sicuramente influenzati dalle immagini.
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Messaggioda RiKiller il mar lug 01, 2014 12:07 am

Sto apprezzando un casino Alesiso Riccio. Grazie Vit! Appena esco da questa paranoia sento il resto della roba. Continua a postare che ho bisogno di ispirazione fuori dal fottuto backbeat, sto cominciando ad odiarlo. :tru
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Snares: Mapex Saturn 14x7 with Die cast hoops (regal blue sparkle) e 14x6,5 (sterling sparkle) , TamaBirch 10x5,5.
Large Cymbal Setup: HHX stage ride 20", Meinl Byzance Dual Crash Ride 20", Meinl M series 14 medium Hi-hat, Paiste 2oo2 China 18", Sabian Chopper 12", UFIP tingle cup 4".
Small Cymbal Setup: HHX Stage ride 20", Meinls Dual crash-ride 20", Meinl m-series hats 14"
"Se oggi non ti eserciti con il tuo strumento,lo saprai solo tu. se non lo farai neanche domani lo sapranno gli altri membri del tuo gruppo. Fallo un'altro giorno e se ne accorgerà il pubblico."
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Messaggioda vit vit il mar lug 01, 2014 1:42 am

Volentieri
L'avevo gia' segnalati,ma non fa male risentirli.

Pavel Fajt
https://www.youtube.com/watch?v=4T2d-MatuYU
http://youtu.be/gPLRyTWiSws

Ikue Mori,una donna che ha dismesso la batteria e adesso la suona al computer

Questo pezzo a me pare incredibile come incastri sonori e ritmici
https://www.youtube.com/watch?v=jvwuUtGVLOw

Steve Noble,grande espressivita' sonora molto "discorsiva".
https://www.youtube.com/watch?v=P8EPzz9s4I8

Roberto Dani,molto teatrale e concettuale,quando serve è un eccellente batterista accompagnatore.
http://vimeo.com/24769710
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Messaggioda Wim De Vries il ven lug 04, 2014 7:46 pm

Cristiano è il mio maestro! :tru un grande, mi ha fatto scoprire l'importanza di ogni singola sfumatura del nostro strumento. Vi segnalo la prossima uscita di un suo lavoro in solo (oltre a batteria e percussioni, suona vari effetti e chitarrazze). Vi tengo aggiornati :wink:
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Messaggioda vit vit il ven lug 04, 2014 8:20 pm

:B Cristiano abita a pochi passi da me è ci conosciamo,io lo seguo da 15 anni :B sono stato di recente nel suo studio per un paio di concerti (blastula e un solo di Albert)
So che ha una cattedra in quel di Venezia,salutamelo appena lo vedi e digli di farsi vivo su questo forum.....c'è bisogno di gente come lui.
Mi chiamo Vittorio,tu invece?
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Messaggioda Wim De Vries il sab lug 05, 2014 8:40 pm

Infatti è arrivato quest'anno a Venezia, e meno male!!Quest'anno abbiamo fatto Ed Blackwell e poliritmi a manetta :tru
Piacere mio, io sono Raul :wink:
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Messaggioda bumbato il sab lug 05, 2014 10:21 pm

e così vit vit oltre cose più consuete ci porta un po' di rumorismo fresco. 8)
info rumorismo http://it.wikipedia.org/wiki/Rumorismo

Pléiades '79 Iannis Xenakis
https://www.youtube.com/watch?v=dqtFGaHcWRk
http://it.wikipedia.org/wiki/Iannis_Xenakis
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la legge è uguale per tutti, sia per quelli che vanno in pensione misera a 70 anni
sia per quelli che dopo 4 anni e 6 mesi d'assenteismo in parlamento prendono la pensione.

Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono. Malcolm x
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Messaggioda vit vit il lun dic 15, 2014 2:31 am

Riesumo questo desolato topic arricchendola con una bella intervista ad Alessio Riccio direttamente dal suo sito.
http://www.alessioriccio.com/press/pagina.php?idelemento=176&rassegnaPagpag=0

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Intanto un vecchio concerto molto aggressivo con protagonisti STu Martin e John Surman sorretti da un'implacabile riff di sintetizzatore :B

Poi come dimenticare,facendo un piccolo salto in dietro,Tony Oxely forse un po' il padre del libero rumorismo in batteria.
http://youtu.be/gnjs6BfaP-k
http://youtu.be/9ANBAFAFAdc
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Messaggioda vit vit il ven mar 06, 2015 6:17 pm

Un'intervista appena scovata dell'amico Cristiano Calcagnile(a pagina 32)

http://www.drumsetmag.com/cristiano-calcagnile-face-to-face/
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Messaggioda vit vit il mar mar 17, 2015 10:46 am

Allegati
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Messaggioda bruonline92 il mar mar 17, 2015 1:25 pm

vit vit ha scritto:Riesumo questo desolato topic arricchendola con una bella intervista ad Alessio Riccio direttamente dal suo sito.
http://www.alessioriccio.com/press/pagina.php?idelemento=176&rassegnaPagpag=0

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Intanto un vecchio concerto molto aggressivo con protagonisti STu Martin e John Surman sorretti da un'implacabile riff di sintetizzatore :B

Poi come dimenticare,facendo un piccolo salto in dietro,Tony Oxely forse un po' il padre del libero rumorismo in batteria.
http://youtu.be/gnjs6BfaP-k
http://youtu.be/9ANBAFAFAdc


ascolto qualcosa solo perchè ha citato gli hella quindi merita rispetto :lol:
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Messaggioda vit vit il mar mar 17, 2015 5:33 pm

:) non ti spaventare,ho preso l'ultimo disco ed è' tosto anche per chi è' abituato a certe sonorità,anche se globalmente non mi ha convinto completamente.
Ma non pensare di trovare riff,voci,e ritmi che richiamano quei gruppi 8)
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Messaggioda Ribatterizzato il mar mar 17, 2015 8:00 pm

Pazzesco, davvero pazzesco..... ne avevi di mostri in corpo quella notte.... per spararti sta musica :mrgreen: :mrgreen:

Ricordo che intorno alla fine degli anni 80, suonai in un progetto di questo tipo. LE registrazioni avvenivano in aperta campagna insieme ai rumori della natura e altri rumori generati da oggetti in metallo o legno o plastica. Un delirio passeggero che per fortuna durò solo un mese. Poi tornai nella realtà, ma qualcuno degli altri credo sia rimasto li :lol: :D :D :D
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Messaggioda vit vit il mar mar 17, 2015 11:47 pm

Quello che è per te delirio per altri è una via per rifuggire dalla solita musica,che spesso nella batteria è solo rulli,paradiddle,ostinati.Un mondo sonoro dove perdersi e cercare di esprimere quello che l'approccio normale non contempla.
Per la cronaca ascolto questa musica da quasi 30anni,e un pochetto la suono :)

Mi sono forse dimenticato il (da me :) )plurinominato Centazzo Andrea??

https://youtu.be/KonBwDKBGQM


Altro mio "eroe" Satoshi Takeishi piu' un percussionista in verita',suona inginocchiato e per cui non usa i piedi,ma similmente a Trilok Gurtu,ha anche un'approccio batteristico,ma votato al contrappunto e colore.
https://www.youtube.com/watch?v=ElhAG5wj_E4

Ed il buon Gerry Hemingway lo vogliamo citare o no??
https://youtu.be/7zYdGY7gMQ0?list=PLBF3DAF09915D4367
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Messaggioda Ribatterizzato il mer mar 18, 2015 1:15 pm

vit vit ha scritto:Quello che è per te delirio per altri è una via per rifuggire dalla solita musica,che spesso nella batteria è solo rulli,paradiddle,ostinati.Un mondo sonoro dove perdersi e cercare di esprimere quello che l'approccio normale non contempla.
Per la cronaca ascolto questa musica da quasi 30anni,e un pochetto la suono :)

Mi sono forse dimenticato il (da me :) )plurinominato Centazzo Andrea??

https://youtu.be/KonBwDKBGQM


Altro mio "eroe" Satoshi Takeishi piu' un percussionista in verita',suona inginocchiato e per cui non usa i piedi,ma similmente a Trilok Gurtu,ha anche un'approccio batteristico,ma votato al contrappunto e colore.
https://www.youtube.com/watch?v=ElhAG5wj_E4

Ed il buon Gerry Hemingway lo vogliamo citare o no??
https://youtu.be/7zYdGY7gMQ0?list=PLBF3DAF09915D4367


Ma si Vit, scusami se ti ho offeso, non era nelle mie intenzioni. :)
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Messaggioda vit vit il mer mar 18, 2015 1:21 pm

Figuriamoci,mica mi sono offeso,anzi gli strani sono quelli che suonano a monosillabi :D (tum pa,tum pa tata ta tata)


:mrgreen:
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Messaggioda bruonline92 il mer mar 18, 2015 1:29 pm

vit vit ha scritto::) non ti spaventare,ho preso l'ultimo disco ed è' tosto anche per chi è' abituato a certe sonorità,anche se globalmente non mi ha convinto completamente.
Ma non pensare di trovare riff,voci,e ritmi che richiamano quei gruppi 8)


not my cup of tea

inquietante comunque 8)
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Messaggioda vit vit il ven apr 17, 2015 4:29 pm

Robert Wyatt? L'avevo gia' citato?boh secondo me nei pochi anni in cui è stato batterista(prima di diventare paraplegico)ha messo in mostra una fervida fantasia,ed anche una certa tecnica,soprattutto nei Matchin Mole.

https://www.youtube.com/watch?v=t-UFw01T9Hw

Mi sono imbattuto in questo articolo,molto carino che affronta temi diciamo extramusicali ma inerenti secondo me all'essere ed alla filosofia di vita che spesso traspare in filigrana,nella produzione musicale di molti esponenti.

Ai mod:non so se è lecito copia incollare il testo,nel caso correggo.

Da "Approfondimenti" di Onda Rock
Robert Wyatt
Il comunista

di Valerio D'Onofrio


Per raccontare la variegata storia di Robert Wyatt servirebbe un libro di diverse centinaia di pagine. Qui, invece, vogliamo approfondire un aspetto della sua vita poco conosciuto, che ha a che fare con la musica solo in modo marginale, e cercheremo di farlo soprattutto attraverso le interviste che ha rilasciato nel corso degli anni, lasciando trapelare di volta in volta piccole parti delle sue idee, del suo modo di pensare e di porsi di fronte alla politica.
Bisogna anzitutto premettere che Wyatt non è mai stato un “politico” nel senso stretto del termine, non ha mai visto la politica come un lavoro, è stato semplicemente un artista che in una ristretta fase della sua vita ha percepito con estrema urgenza la necessità di impegnarsi contro il razzismo, l’imperialismo occidentale, il capitalismo dilagante e in generale contro le enormi ingiustizie e diseguaglianze sociali. Per questo motivo si iscrive al Partito Comunista inglese, non come dirigente o come personaggio di spicco, bensì da semplice militante che amava parlare, scambiare opinioni, approfondire argomenti con altri iscritti al partito. Ma soprattutto per lui la politica è un potenziale strumento per difendere i più deboli, una missione ideale fatta senza mai pensare, neanche per un attimo, ai propri interessi personali.

La passione di Wyatt per la politica nasce tardi ed è una conseguenza di vari eventi che faranno crescere in lui una fortissima insofferenza verso tutti i generi di ingiustizia, soprattutto se rivolta verso gli strati più deboli e indifesi della società. I suoi genitori si occupavano di politica in modo superficiale ma avevano le loro idee: “Erano due liberal immagino, mi avvertivano sempre di lavarmi le mani dopo aver toccato una copia del Daily Express. Per loro il Welfare State rappresentava tutto il senso del secolo scorso, tutto quello per cui era valso la pena combattere nel Novecento”. Nella sua giovinezza Robert pensa sopratutto alla musica, ma la sua formazione esula da quella di un musicista rock, la sua vera passione è il jazz,la musica dei neri americani. Ecco cosa dice in un’intervista del 1988: “La musica che prima di tutti mi ha ispirato è stato il jazz e i suoni ad esso imparentati. Oggi si parla tanto di world music, ma secondo me il jazz era già world music. La musica popolare occidentale è stata completamente trasformata dall’apporto dei neri americani, cioè gli afro-americani. All’inizio, sebbene non mi interessassi di politica, non mi capacitavo della disparità tra l’immensa ispirazione che traevo dalla meravigliosa cultura nero-americana e le condizioni delle persone di colore nel mondo che mi circondava. Non riuscivo a capirne il senso e così assunsi un atteggiamento protettivo. E quando cominci a difendere una musica, va a finire che prendi le parti di chi la fa. Perciò se la gente che nella vita ti ha dato più piacere di chiunque altro viene trattata come un problema e senti sempre qualcuno che dice che bisogna ridurne il numero, bè... ti arrabbi. Non perché sei buono o gentile, ma perché difendi ciò che ami”.
Il giovane Wyatt comincia quindi con un semplice senso di protezione verso i musicisti che ama, discriminati per motivi razziali. Ma è solo un sentimento iniziale, Wyatt non pensa affatto alla politica, abbandona addirittura la scuola prima del diploma perché, dice lui stesso: “Ero troppo impegnato a vivere”. La sua vita è pienissima, suona con i Wilde Flowers, registra i primi quattro album dei Soft Machine, due con i Matching Mole e uno solista, partecipa a vari altri album tra i quali i solisti di Syd Barrett, suona dal vivo svariate volte con i Pink Floyd che insieme ai Soft Machine erano le band britanniche più famose della scena psichedelica di quegli anni. Partecipa al tour americano di Jimi Hendrix suonando insieme ai Soft Machine come gruppo di supporto. Finito il tour resta ospite di Hendrix in America, dove conoscerà, tra gli altri, Frank Zappa, al quale resterà legato da un ottimo rapporto.
Nel 1972 pubblica il primo album in cui fa trapelare le sue idee politiche, lo splendido secondo album dei Matching Mole, la piccola registrazione rossa, “Little Red Record”. L’album dalla copertina chiaramente ideologica vede i quattro musicisti impegnati nella difesa di Taiwan. “Little Red Record” è un disco emblematico, che segna il superamento del periodo d’oro degli anni Sessanta, ormai agli sgoccioli, e degli ideali della Summer of Love, che si sono scontrati contro un muro che appare indistruttibile, se non con cambiamenti radicali di mezzi e proposte. Il passo è breve ma segna il superamento di un’epoca: si passa dai fiori californiani a Robert Wyatt che imbraccia un mitra.

Gli eventi si susseguono e l’episodio più tragico della vita del musicista inglese avviene il primo giugno del 1973. Wyatt cade da una finestra del quarto piano, ma miracolosamente sopravvive e resta paraplegico: non potrà mai più suonare la sua batteria. Questo non può che portare grandi cambiamenti nella sua vita. Inizialmente sembra ovvia la scelta di abbandonare la musica, ma poi con l’aiuto della compagna Alfie e di vari amici, tra cui Nick Mason, decide di continuare e pubblica il suo capolavoro, “Rock Bottom”, dopodiché vive il suo secondo trauma. L’album, che nell’ambiente di Canterbury è reputato un capolavoro (oggi è considerato uno dei più importanti della storia del rock), è seguito dalla pubblicazione di un singolo, la cover di un brano dei Monkees, “I’m A Believer”. Il successo è tale che Robert viene invitato a Top of Pops (1974). Ecco come lui stesso racconta gli eventi: “Andai a Top of the Pops e c’era quel balordo (il produttore Robin Nash) che mi disse: ‘Le dispiacerebbe sedersi su un’altra sedia? Non sta bene mostrare una sedie a rotelle in uno spettacolo d’intrattenimento per famiglie’. Mi venne una rabbia! Mi pareva di perdere il controllo della mia vita. Rimasi atterrito da Top of the pops, dal mondo dei 45 giri, da quell’industria. Ero sopravvissuto senza classifiche fino ad allora e, fin tanto che avessi avuto i soldi per un buon tè e per le mie sigarette avrei potuto continuare a vivere felice”.
Dopo questa assurda esperienza, i suoi amici organizzano un concerto in suo onore diffondendo manifesti dove erano tutti fotografati in sedia a rotelle per solidarietà (tra loro, vedrete Mike Oldfield e Nick Mason).
Questo episodio aveva fatto rinascere in lui una forte avversione verso ogni tipo di ingiustizia. Pochi mesi dopo un altro evento decisivo, la morte del suo migliore amico, il grande trombettista Mongezi Feza. Un evento che desta molti sospetti: è effettivamente molto strano pensare come un giovane di trent’anni che ha sempre goduto di buona salute sia potuto morire in un ospedale britannico senza che nessun medico si accorgesse delle sue gravi condizioni. Ecco cosa ci dice Wyatt: “La morte di Mongezi mi colpì molto drammaticamente. Il motivo reale della tragedia va ricercato nel fatto che era venuto in Inghilterra per sfuggire alla tirannia del razzismo e vi aveva invece trovato la madre e il padre dell’apartheid. Credeva di scappare dagli orrori del Sudafrica e venne a vivere in quello che continuiamo a chiamare ‘mondo libero’. In Inghilterra, anche se non esiste un razzismo ufficiale, è molto difficile adattarsi, se non si è bianchi. Nel suo caso, dovette rivolgersi a un ospedale psichiatrico, dove gli venne diagnosticata una forma di schizofrenia e dove morì inaspettatamente di polmonite doppia. È un fatto inaudito: la morte per polmonite doppia di una persona giovane che già si trova in ospedale è tutt’altro che inevitabile. Qualcosa mi dice che se fosse stato il principe Carlo non sarebbe morto; o anche, semplicemente, se fosse stato bianco. Credo che da ciò il mio processo di politicizzazione abbia ricevuto una forte spinta”.
Siamo nel 1975, Wyatt comincia a cambiare totalmente il suo modo di pensare: “A partire dalla metà degli anni 70, mi sentii molto confuso. La mia musica mi pareva totalmente inadeguata. Trovavo immensamente presuntuosa e ridicola l’idea della generazione degli anni 60 che si potesse migliorare il mondo con le sole canzoni di protesta. Cominciai a interessarmi maggiormente alla seria attività rivoluzionaria, cioè quella tesa al rovesciamento del potere”. Wyatt decide di riprendere e completare gli studi che aveva interrotto da giovanissimo, sono anni in cui la sua attività musicale si fa molto più sporadica: dal 1975 al 1982 non pubblica più alcun album solista. “In quegli anni ero molto più interessato a leggere, studiare e guardare in tv quelle bellissime lezioni universitarie di alcuni professori di storia, letteratura o filosofia. Ritenevo che farlo fosse molto più utile di suonare”.

Nel 1979 Wyatt decide quindi di iscriversi al Partito Comunista inglese. “La gente mi diceva: ‘Come è possibile partecipare a un partito che ha le stesse probabilità di sopravvivenza di un cubetto di ghiaccio in un forno?’ Io rispondevo: ‘Se sei stato un fan del free jazz e andavi ai concerti free jazz, dove il pubblico era regolarmente in numero inferiore ai componenti del gruppo, anche quando era costituito da sole tre persone, allora puoi anche pensare di unirti al Partito Comunista’”. La verità è che Wyatt si iscrive al Partito Comunista come una sorta di extraterrestre, la sua visione ideale è talmente estrema da essere incompresa persino in quel partito. I suoi pensieri principali sono rivolti alla lotta al razzismo e alle politiche liberiste e colonialiste degli Stati Uniti, ma è in particolare l’apartheid sudafricano a occupare gran parte dei suoi pensieri. Wyatt nutre grande stima dei veri combattenti rivoluzionari, come ad esempio i leader Sudafricani Joe Slovo e Nelson Mandela, ascolta con assiduità la radio, appassionandosi ai vari problemi del terzo mondo. È ormai convinto che la carica rivoluzionaria del rock degli anni Sessanta abbia perso ogni credibilità.
Wyatt non sarà mai una figura di spicco del partito, la sua natura schiva, introversa glielo impedisce. Dobbiamo immaginarcelo come un semplice attivista che preferisce la compagnia di un operaio che legge i libri di Marx nel tempo libero, piuttosto che di un leader del partito. In ogni caso, si dedica con particolare attenzione ai problemi del Terzo Mondo e in particolare del Sudafrica, ha una fitta corrispondenza con prigionieri politici sparsi in tutto il mondo, organizza e partecipa a convegni, tra i quali Art against Racism and Fascism, oltre che a varie manifestazioni e dibattiti in difesa dell’African National Congress. Wyatt devolve gli utili di due Ep del 1984 ai minatori in sciopero contro il governo Thatcher e continua a farlo a ogni successiva tiratura, si occupa con grande passione della sanguinosa guerra del Guatemala,finanziata dagli Stati Uniti, della difesa della Namibia. Vede nell’Occidente ricco e prosperoso la causa principale del razzismo e della povertà dei paesi meno sviluppati: “Credo che l’Inghilterra sia particolarmente colpevole di quelle che succede in Sudafrica, cosi come lo sono i francesi nella parte orientale dell’Africa e il fatto che ora ci sono molti africani che vivono a Londra ci aiuta a parlare con questa gente e questa è un’occasione culturale importante”. Dell’America dice: “Io penso che se non fosse per il jazz, sarebbe stato meglio che l’America non fosse mai esistita. Ma poiché il jazz è esistito, personalmente gliene sono grato”.
Le sue iniziative sono innumerevoli, a volte come protagonista, a volte come semplice attivista: a Wyatt non sono mai interessate le luci della ribalta, così è possibile vederlo in foto in cui vende per le strade il giornale del suo partito, il Morning Star.

Negli anni Ottanta il musicista inglese pubblica, in formato 45 giri, varie reinterpretazioni di vecchie canzoni politiche che poi raccoglierà nell’album “Nothing Can Stop Us”. Tra i brani, c’è anche “Arauco”, canzone folk della songwriter cilena Violeta Parra, grido di disperazione dei capi indiani contro il colonialismo dei cristiani che, dice Wyatt, “prosegue da quattrocento anni”. “Red Flag” è un traditional irlandese, divenuta successivamente inno dei partiti laburisti. “Strange Fruit” è un grande classico degli anni Trenta, nonché una delle prime canzoni in cui si parlasse apertamente del razzismo in America. “Caimanera” è una versione della cubana “Guantanamera”, dedicata ai cubani che hanno deciso di restare a Cuba in contrapposizione ai politici inglesi e americani che elogiavano chi espatriava negli Stati Uniti. “Stalin Wasn’t Stallin” è il brano più ideologico, un elogio del regime sovietico, la reinterpretazione di un brano del 1943 scritto da un autore che è ancor oggi sconosciuto, o perlomeno quello che si crede essere l’autore, Bill Johnson, nega di esserlo: “Mi aveva divertito molto sapere che c’era questa canzone di cui non si riusciva a scoprire l’autore, perché lui stesso non osava confessarlo, neppure per riscuotere le proprie percentuali”. Il testo è uno sperticato elogio di Stalin, descritto come un grande orso che agguanta e uccide la bestia di Berlino, vale a dire ovviamente Adolf Hitler, sorta di essere demoniaco partorito dal diavolo in persona. “Shipbuilding” è un brano contro la guerra delle Falkland, composto per Wyatt da Elvis Costello. “Trade Unions” è un inno sindacale suonato per convincere gli operai inglesi a iscriversi al sindacato. “Born Again Cretin”, unico brano del lotto scritto da Wyatt stesso, suona come una rivendicazione della sua libertà di parola. Ma Wyatt sa benissimo che il suo diritto di espressione è solo una faccia della medaglia del capitalismo: lui può parlare, mentre Mandela marcisce in carcere; mentre il titolo ironizza sui “Born Again” americani, i rinati in Cristo, che rappresentano una faccia ambigua e inquietante di una società ormai allo sbando, che non ha niente in cui credere ed è quindi capace di credere a qualunque cosa.

Se esaminiamo questi anni e i suoi brani politici, Wyatt appare come un marxista ottimista che ha la vera speranza di cambiare la società. Questa, però, col tempo è destinata a svanire. A un certo punto il musicista inglese acquista la consapevolezza che le sue idee siano destinate a scontrarsi con la dura realtà. Wyatt è un idealista che crede fermamente in tutto quello che fa, ma il mondo intorno a lui sta cambiando, soprattutto stanno cambiando le persone che gli stanno intorno. Una nuova generazione di giovani si sta facendo strada, siamo alla fine degli anni Ottanta e un personaggio come Wyatt sta diventando un vecchio arnese di cui disfarsi. Nel 1987, così, il musicista inglese esce dal partito: “Me ne sono andato dal Partito Comunista perché era ormai diventato solo un trampolino di lancio per sapientoni da tribune televisive o giornalistiche. Non vedo più alcuna differenza tra le posizioni del partito comunista-marxista e quelle dei socialdemocratici. Quando entrai nel partito, alla fine degli anni Settanta, le persone che mi piacevano davvero erano spesso i vecchi e gloriosi antifascisti che si erano iscritti negli anni Trenta e ne avevano viste tante. C’era un idraulico che, malgrado l’opportunità di fare carriera, aveva preferito rimanere un militante di base e viveva fino in fondo i propri ideali. Andavamo ai mercatini del Morning Star e mi innamorai perdutamente delle persone che li frequentavano. Ma poi rimasi deluso, quando arrivò un bel po’ di gente molto più alla moda, quelli della generazione post-Beatles; se ne stavano lì a fare battute sarcastiche sui vecchi che ascoltavano Paul Robeson (cantante e attivista civile americano). Non mi piaceva affatto quella gente! Mi trattavano con apparente simpatia, ma in realtà non avevano niente in comune con me: ‘Oh, abbiamo un musicista, un fiore all’occhiello per la nostra immagine!’. Non mi interessava unirmi allo scherno della destra verso i vecchi comunisti”.

Manca poco al crollo del comunismo, ma le idee di Wyatt non cambiano. “Molti di noi sono diventati bird-watcher, ma io non sono cambiato affatto. Morirò col marchio marxista-leninista impresso sulla mia spina dorsale. Non si tratta di quel che faccio o dico: è come il mondo mi appare,non mi aspetto che le altre persone mi seguano, ma io non abiurerò mai. Non vedo ancora alcuna altra seria analisi del mondo, per me l’abbandono del Marxismo sarebbe come se i creazionisti seguissero Darwin. Sono molto grato al Marxismo, lo considero inestimabile nella lotta contro l’apartheid. E penso che Joe Slovo (leader del partito comunista sudafricano), sia stato un vero gigante tra gli uomini, un comunista di successo che ha saputo guardare la realtà”.
La storia politica di Robert Wyatt, dunque, resterà sempre segnata dalla sincerità e dalla fortissima autonomia, le stesse caratteristiche che hanno contraddistinto la sua carriera musicale. Wyatt non è mai stato interessato a fare cose che avessero un seguito, non ha mai cercato proseliti, sia nella musica che nella politica, ha sempre fatto quello che riteneva giusto fare, il senso di competizione che esiste tra i musicisti non ha mai fatto parte della sua mentalità.
Chiudiamo con un passaggio da un’intervista che descrive perfettamente la personalità di Wyatt e che dovrebbe essere d’insegnamento a tanti giovani musicisti: “Non ho mai sopportato la divisione tra successo e fallimento di cui parla l’industria pop, per loro un disco è un successo o un completo fallimento. Il mondo della cultura da cui vengo, che ho nella mia testa, non ha niente a che fare con tutto questo. Si tratta solo di persone che fanno il loro lavoro giorno per giorno. Invece ho visto musicisti andare nel panico per avere venduto meno copie di un loro collega. Tutto questo non mi riguarda. Non significa nulla per me l’avere molto, la ricchezza, il grande profitto. Voglio solo avere abbastanza soldi per vivere e stare con i miei amici. Se una persona compra un mio disco, è molto gentile da parte sua e gliene sono molto grato. Se a una persona piace ciò che faccio, questo è meraviglioso. Altrimenti vuol dire che ascolterà qualcos’altro”.
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Messaggioda vit vit il dom lug 12, 2015 6:17 pm

Un bel video-documentario sul free jazz.

https://youtu.be/KHlshNgkmOE

Benche' su molti libri il free jazz è elencato come la forma di rottura e punto di non ritorno per il genere,è stato ed è fonte di ispirazione per tante delle nuove leve del genere creativo che porta la bandiera della liberta' espressiva abbinata ad una forte organizzazione dei suoni unita ad una riscrittura aperta del contemporaneo.

Qui un'altro nome:John Hollenbeck batterista e compositore attivo da almeno una ventina d'anni,piu' "tradizionale" di altri ma con una grande visione d'insieme(mi ricorda Bobby Previte come progettualita')

https://www.youtube.com/watch?v=nAzXV10WKNY

Un bellissimo brano dell'usuale quintetto Claudia.
A cavallo fra scriitture cameristico/jazz/folk
notate il fantastico drumming,non come si suol dire al servizio della musica,ma nel FARE musica :D
https://www.youtube.com/watch?v=t2aTibjDYCs
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Messaggioda vit vit il mar nov 17, 2015 9:41 pm

Tour celebrativo e breve ritorno in Italia.Un'ottima occasione per ascoltare e vedere un interessante Artista che si esprime attraverso la percussione.

Immagine
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Messaggioda vit vit il mer nov 25, 2015 6:23 pm

Che bello,nelle pieghe della rete ho trovato una bella descrizione della filosofia percussiva di Alessio Riccio,si tratta della tesi di laurea di Andrea Laudari,anche lui batterista,quindi entra molto nel dettagl(non conosco l'autore,che spero non sia contrario a questa citazione)

http://www.alessioriccio.com/wp-content ... AUDAZI.pdf

qualche stralcio sparso:

La batteria nella sua configurazione attuale è uno strumento composito, a diffe- renza di strumenti a corpo singolo come il violino o la tromba. Per questo mo- tivo può essere considerata come un organismo i cui organi, ormai integrati in una struttura unitaria e aperta, conservano ancora le tracce della propria storia. Una buona parte degli strumenti che oggi troviamo in un set di batteria hanno origine turche, come i piatti (cymbals) e la grancassa, chiamata “tamburo tur- co” fino ai primi dell’800. Anche il rullante2 nasce come strumento da parata militare e insieme alla grancassa venne incorporato nell’orchestra sinfonica nel corso del romanticismo.3 Il tom-tom invece, importato dalla Cina, fa la sua comparsa nel secondo decennio del Novecento, ricontestualizzato in rudimen- tali drumset impiegati nelle prime forme di jazz afro-americano (fig.1, in alto a sinistra), per poi subire una serie di sostanziali modifiche che gli conferiranno la forma attuale.4 A differenza del timpano da orchestra discendente dai naqqa- ra arabi (coppie di grossi tamburi di uso militare),5 il timpano da batteria .....



Alessio Riccio suona esclusivamente The Metalanguage Unit (TMU, fig.2), strumento che per dimensioni strutturali e potenzialità timbriche non è associabile né alla batteria standardizzata, poiché ne supera gli schemi e le “quantità”, né ad un set di percussioni da orchestra, in quanto prevede la posi- zione seduta e incorpora numerosi strumenti da azionare con i pedali...........


Immagine


Questo è un dato importante per riflettere sulle rinnovate esigenze espressive di alcuni batteristi contemporanei, e sui possibili sviluppi della batteria jazz,
18
generalmente esentata da un ruolo melodico/armonico20, nonostante che, con l’affermarsi del ruolo solistico della batteria, dagli anni 50 in poi si sia andati alla ricerca anche di un senso melodico della frase.
Tornando all’aspetto strutturale, si può segnalare l’uso di tre gran casse, due in legno (B, C) e una in metallo (O), di forma e dimensioni completamente di- verse, più un foot octoban (I) e un set di tre metal octoban (N, P). Rimane in- vece relativamente ordinario il numero e l’uso di “soli” due tom (E,F) e di un timpano (L). Interessante, inoltre, l’uso di un Bass drum woofer (A), strumento adibito a esaltare e arricchire la risonanza armonica della grancassa di fronte alla quale è posizionato.
La categoria di strumenti più ricca e diversificata è quella dei piatti e delle percussioni metalliche (fig. 6). È subito percepibile, anche solo dallo schema, la straordinaria varietà timbrica e culturale dalla quale Riccio deve aver attinto per concepire il suo assemblaggio.
Fig. 6 (set-up, fonte: Alessio Riccio.)
Piatti di ogni tipo e dimensione, sonagli, strani oggetti dei quali si fatica ad intuire la voce, si alternano e si sovrappongono in un susseguirsi continuo di...................


Per esempio a uno dei ride (G) è stata aggiunta una placca metallica che ri- suona al posto del corpo del piatto sul quale è stato applicato del nastro adesivo al fine di smorzarne il suono; in questo modo viene conservato l’attacco (ping) del piatto originale ma la tipologia della sua risonanza risulta radicalmente mo- dificata. Degno di nota è anche l’uso di una matrice per la stampa di piatti (C) montata su delle molle,21 con un’intenzione che ricorda le percussioni della musica industriale tedesca degli anni ottanta. Molto frequente la sovrapposi- zione di piatti e l’uso di piccole percussioni metalliche ideate su vari modelli extra europei come gli ogororo e i tubofoni ( P e N), il tutto inserito in un in- sieme dal gusto eclettico che ritroveremo riflesso anche nei risultati prettamen- te musicali..............
........e un po' di musica
https://www.youtube.com/watch?feature=p ... 05VTKAMlo8

BELLLISSSIMO!!
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Messaggioda vit vit il dom dic 25, 2016 2:48 am

Aggiungo un altro esempio di percussionismo/rumorismo applicato a fini creativi.Non stupisca l'uso di tecniche e sonorità particolari:tutto diventa piu' chiaro ascoltando(se ne avete il coraggio :lol: )le performance con altri musicisti in cui il flusso musicale e' suono puro, in un continuo scambio di suggestioni.Viene in mente certa pittura impressionista dove conta la forma il colore,il tratto magari a scapito di un soggetto chiaramente leggibile.
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Steve Noble
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https://youtu.be/aG6Qno4R1Lw
https://youtu.be/fJj95aynr4c
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Messaggioda 3bla il dom dic 25, 2016 8:22 pm

Molto interessante, io seguo da sempre la sperimentazione, sia in ambito prettamente batteristico, sia in ambito d insieme..quello che penso di tutto ciò è che ci si deve interrogare sulle motivazioni di tale ricerca.
Intendo dire che la ricerca libera Ha toccato nei decenni passati vette molto alte...in passato le motivazioni di tale ricerca erano state codificate in vari modi...senza motivazione la sperimentazione diventa esercizio di vanità, mera espressione dell ego dell artista, con un obbiettivo valido questa invece può essere un tentativo di miglioramento della società, inteso come ampliamento della coscienza degli uomini..
Più volte sono stato tentato di cimentarmi in tale percorso, ma alla fine, essendo io senza una reale motivazione (una volta si sarebbe detto senza un manifesto propositivo di movimento) sarebbe stato semplicemente un movimento dell ego..come dire guardate come sono intellettuale e fico... :D
Ho un amica che fa performance, roba tipo lei che cuce in silenzio fogli di carta, oppure picchietta un ago contro l altro per lunghi periodi di tempo producendo un rumore che il pubblico sente solo perché sta in religioso silenzio..e ha un successo notevole, soprattutto in Giappone.
Però io la conosco da una vita, e so che il suo è solo un mettersi in mostra, per quanto è intellettuale, ma dietro c è poco..(gli voglio bene per carità).
Questo per dire che, secondo me per fare ciò ci vuole un manifesto programmatico, individuare ciò che nella società non va e cercare di cambiarlo con un atteggiamento mentale che viene tradotto in arte..
Insomma, io sono troppo barbaro per tutto ciò, quindi suono del semplice jazz e cerco di farlo tirare per quanto mi è possibile.. :D
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Messaggioda vit vit il lun dic 26, 2016 1:29 pm

Grazie per la risposta variegata ed interessante.
Ma inizio con una domanda:la musica che suoni che sia jazz, rock,folk pop che intento ha?Cioè se ti chiedi legittimamente dove vuole arrivare certa"sperimentazione" dimmi invece a cosa punta della musica già' ampiamente codificata che è una mera riproduzione di modalità',prassi e mood ampiamente conosciuti.
Se la sensazione che ne trai è un'ostentazione di "fichezza"nell'altro versante(mainstream di ogni genere) dovresti avere una sensazione di "pochezza" come dire "rimesto la solita minestra, tanto piace a milioni e milioni di persone che non chiedono e conoscono altro che minestra".

Io ho conosciuto o avvicinato un po di questi personaggi,e non ho mai avuto la sensazione di avere a che fare con sterili intellettuali con la puzza sotto il naso,anzi gente molto umile e alla mano.Sicuramente con esigenze d'espressione che la normale materia musicale non consente di toccare.

Certamente non tutti i risultati sono degni di nota o in grado di avvicinarsi a note veramente profonde ma senza la presunzione di cambiare la società' (come dici), la visione alternativa e diciamo anche "contro" è tangibile.
E non è esercizio di vanità fare paro paro lo shuffle à la Porcaro,l'intro di Rock'n'roll o emulare i soli di Coltrane,o avere un'immagine curata fin nei minimi dettagli?

Un po' e modestamente suono anche io in questo modo, lo definisco piuttosto un linguaggio non verbale,un dialogo con i propri partner oppure un viaggio attraverso se stessi, alla scoperta dell'ignoto.

Che ignoto non è dopo tanti anni di musica ma quella precaria sensazione di non sapere che cosa accadrà è impagabile e percorribile da pochi,perche' mi rendo conto se tutti avessero una visione aperta a 360°si avrebbe solo un'indistinto caotico vociare.
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Messaggioda 3bla il lun dic 26, 2016 11:06 pm

be intanto grazie della risposta che mi ha fatto riflettere su temi che anche solo discutere è un piacere.
Mi spiace di averti dato l impressione di pensare che tutti coloro che fanno musica sperimentale siano dei boriosi snob, non la penso così, ed anch'io ho conosciuto diversi che lo fanno sinceramente, in quanto è il loro modo di esprimersi e tanto di cappello...
Poi vorrei aggiungere ce ne fossero il triplo di artisti dediti a sondare quei territori...sarebbe solo un bene per tutti.
Quello su cui ho riflettuto dopo la tua risposta è stato riguardante la mia visione, molto anni settanta e ammetto rigida, della dicotomia musica sperimentale=impegno sociale per abbattere gli schemi precostituiti e cambiare la società.
Be' in effetti non sta scritto da nessuna parte che debba essere così...ed anche allora, quando era d obbligo l impegno chiamiamolo sociale, c era tanta ipocrisia.
Per quanto riguarda ciò che hai detto sul non avere un granché senso il muoversi in cliché triti e ritriti, sono non Daccordo ma di più..Infatti ho deciso di suonare solo jazz d ora in poi perché considero quel genere assolutamente lontano dalle limitazioni da te citate e presenti nella musica di largo consumo.
Anzi per essere sincero, anche nel jazz( non tutto naturalmente) è presente quel difetto, infatti io odio dover suonare i temi..ciò che mi interessa è l improvvisazione che è il mio modo di esplorare quei mondi incogniti da te citati.
Devo però accontentarmi di ciò che ho e ci mancherebbe, come ho già detto in altri post due anni per trovare qualcuno che sapesse improvvisare nella mia zona..
Poi vorrei anche che sapessi, e non lo dico per fare il ruffiano, anche perché non ne ho proprio bisogno, che mi sono un po' commosso quando ho letto tutti gli interventi precedenti di questa discussione..davvero, quello che ho pensato è: ci sono ancora..c è ancora qualcuno che sperimenta, perlomeno ci prova, in un mondo che sta andando a puttane sotto ogni punto di vista e nel quale contano solo i soldi e l apparire.
Spero dunque che da queste mie parole traspaia l immenso rispetto che nutro per la ricerca sperimentale, per chi la fa, e forse è anche per questo che una parte di me addossa a tutto ciò addirittura l onere di cambiare direzioni alle sorti della società..(Spero di non essere preso dopo queste mie parole per un pazzo paranoico :D )
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