straccaletto ha scritto:I miei più sentiti complimenti a Raffaele , un vero Collezionista . Così si crea una vera Collezione
!
Con studio, conoscenza , passione di ciò che vuol collezionare !
E tanta , tanta pazienza nell' aspettare l'occasione e la "possibilità" giusta sul mercato...tanta pazienza !
E' del tutto differente da chi accumula di tutto senza tener conto di diversi fattori sia storico/culturali che qualitativi , chiamandola collezione . Non funziona cosi .
PS.....
"Ho dedicato anni , studi e danaro per alimentare la collezione di batterie straniere ed italiane e ne vado fiero e sono soddisfattissimo sempre in attesa del famoso museo che s'ha da fare ma nessuno se ne occupa oltre il sottoscritto che ormai ha perso ogni speranza di far un museo pubblico...rimarrà quello privato, comunque esiste già ".
Fregatene alla grande
, già ora hai una Collezione favolosa , trà poco tempo sarà UNICA !
Chapeau !
Chiedo scusa se come solito intervengo tardi...oggi stavo leggendo un pò di vintage e ho visto questi post.
Non so se sei ancora presente ma ti dico che collezionare batterie non basta solo la pazienza e ovviamente qualche risparmio da utilizzare per l'acquisto ma anche molto orecchio.Mi spiego.
Oggi come non mai esistono sul mercato un'infinità di batterie vintage e se il mercato delle batterie "nuove" si fermasse per un decennio non ci sarebbe di certo penuria di batterie.Però il mercato continua a sfornare batterie, super economiche, super sonore e sempre più resistenti.La concorrenza cinese, con manodopera a costi bassissimi e con l'utilizzo di qualunque tipo di legno dato che in Cina li trovi quasi tutti senza bisogno d'importare legname (per la sua estensione sia in latitudine che longitudine e altitudine) ha ormai sbaragliato e sorpassato il mercato europeo e americano.Non è assolutamente vero che Cina = merda.No, scusa il termine. Balle!!! Ci sono delle batterie cinesi robustissime, molto belle e sonore che le compri a 400 euro o poco più mentre le stesse batterie con stesse caratteristiche però provenienti da america o europa le paghi non meno di 1500 2000 euro.Dunque che parliamo a fare? Ovvio che se si vuole qualcosa di diverso si punta su sonorità particolari e dunque metodi costruttivi particolari e legni con caratteristiche anche queste diverse dai soliti acero mogano betulla che comunque, guardacaso, sono anche i legni meno costosi in assoluto nell'industria del legname.Son esagerazioni di tipo mercantile quelle delle sonorità dei legni...si usano quelli perchè si lavorano bene e costano poco. Poi per chi vuole qualcosa di più si usano legni esotici, finiture particolari ecc ecc e a volte ci azzeccano pure creando fusti con particolari capacità di risonanza diverse dal solito.Ma avviene di rado.
Dunque si dirotta spesso sull'usato che già, più o meno , si sa quali sono le caratteristiche, costa relativamente poco (se si sa scegliere bene) e alcune volte può essere anche fonte di buon investimento.Chi ad esempio comperava ludwig anni 70 a 500 mila lire verso l'inizio degli anni 90 (quando andavano di moda i fusti lunghi nipponici), oggi avrebbe un bel capitale rivalutato dato che non le trovi a meno di 1000-2000 euro.Ad esempio una yamaha 9000 ha certe caratteristiche che le rende sempre distinguibili così come una vecchia ludwig anni 70 oppure una stainless, o una pearl world (difficilmente suona male) oppure quel suono ovattoso tipicissimo delle vecchie hollywood (meccaniche permettendo le quali son le prime a distruggersi nel tempo) e via dicendo...Ok, mi fermo altrimenti vado avanti ore...e poi ho perso il filo