I piatti

semplice disegno di piattiNelle prime batterie c'era un unico piatto, il cui diametro poteva andare da 16 a 22 pollici. Questo piatto di solito aveva i bordi rovesciati (una sorta di china) e un suono aspro e acuto. In un primo periodo tutti i piatti venivano fatti a mano, in Turchia. Uno dei più famosi produttori di piatti, Avedis Zildjian, si trasferì in USA, dove fondò una fabbrica, diventando oggi uno dei più famosi produttori. Un altro membro della famiglia, Robert Zildjian, si trasferì in Canada, dove fondò invece la Sabian. Altri grandi "piattai" sono la Paiste, di moderna formazione, e la UFIP, (Unione Fabbricanti Italiani Piatti) di Pistoia, i cui eccellenti prodotti sono conosciutissimi all'estero al pari della concorrenza.



LA FABBRICAZIONE

La tecnica più antica è la martellatura: una lega di rame e stagno (bronzo) è fusa, plasmata, ricotta, temperata e quindi martellata: quest'ultima operazione, negli stabilimenti turchi, è completamente fatta a mano ed incide molto sul prezzo finale del piatto (marche tipo Istambul). Nei procedimenti semi-industriali la martellatura è fatta da martelli meccanici.
I piatti industriali, invece, sono tagliati su uno stampo da un foglio di bronzo, e costano molto meno, perché non sono martellati a mano.



VARIETÀ E SCELTA DEI PIATTI

ricco set di piatti UFIP
CHARLESTON: una coppia di piatti messi uno sopra l'altro (13 o 14 pollici, ma anche 10, 12 e 15), montati su asta, che possono essere suonati premendo il pedale per portare il tempo nei pezzi o nei fill, o, con le bacchette (con la punta o col dorso), quando sono chiusi o aperti. È sul charleston che si suona in genere la maggior parte dell'accompagnamento, perciò scegliete bene questi piatti.

CRASH: un piatto in genere sottile (da 14 a 20 pollici) con un'intonazione medio-alta, suonato alla fine dei fill, o alla fine delle battute/misure, per mettere, diciamo, un'accento alla canzone o per enfatizzare il cantato... quando vuole il batterista!!
Di solito i crash vanno suonati con la cassa, che fornisce al piatto le basse frequenze di cui è sfornito. Adoro i crash della Ufip, specialmente la serie Bionic (dal suono corto e tagliente, e molto più robusti della serie Class, secondo alcuni fragilina).
Attenzione quando li si suona: evitate di martellarli perpendicolarmente alla superficie; cercate invece di colpirli delicatamente, e mentre la bacchetta é a contatto col piatto, muovetela anche leggermente verso un lato, come se doveste spazzolare il bordo del piatto. Facendo così il colpo sarà meglio distribuito sul metallo ed eviterete vibrazioni concentrate e quindi pericolose al piatto.
Qualcuno usa i crash come ride: questo può andar bene, ma solo per parti corte dove é necessario volume e potenza.

RIDE: la funzione di questo piatto (da 18 a 24 pollici) è, diciamo, la stessa dei charleston: il batterista ci suona l' ostinato (cioè quarti, ottavi, sedicesimi, terzine, insomma una struttura ritmica più o meno costante: l'accompagnamento). Viene suonata anche la campana, la parte centrale rialzata, che ha un suono molto penetrante. In ogni caso viene suonato solo sulla superficie, e non sul bordo.
Questo piatto ha di solito un suono più caldo ed è più spesso dei crash. È quasi sempre posto alla destra del batterista, così da lasciare il braccio sinistro libero di muoversi per tutto il kit.

SPLASH: questo piatto molto sottile e di piccolo diametro (da 6 a 14 pollici) ha, appunto per le sue dimensioni, un suono piuttosto acuto, che si esaurisce subito. La funzione di questo piatto è, se vogliamo, simile a quella del crash, semplicemente con un suono diverso, più delicato. Per questo é possibile inserirlo in alcuni pattern ritmici, tipo suonarlo in levare. Gli splash sono i piatti più fragili, quindi è meglio suonarli piano, anche perché così suoneranno meglio.

CHINA: non tutti i batteristi sanno cos'è un china: questo è il famoso piatto con i bordi rovesciati (da 14 a 20/22 pollici), che viene montato con la campana verso il basso. Ha un suono molto particolare, aspro e metallico, impossibile da descrivere a qualcuno che non l'abbia mai ascoltato. Ha di solito un suono grave, e può essere usato sia come piatto di chiusura (crash) o, suonato più delicatamente, come piatto di accompagnamento, soprattutto se ha un suono corto. Personalmente adoro l'uso che ne fa Mike Portnoy, il batterista dei Dream Theater, che possiede anche dei china-splash, dei china dalle dimensioni di uno splash, con un suono molto acuto e corto, davvero splendidi.

UFIP IcebellALTRI: ci sono molti altri piatti, come piatti ottagonali, i gong, i "flat" (piatti senza campana, usati solo per accompagnamento); ogni fabbrica produce i suoi piatti particolari. Molti batteristi, per esempio, usano le "campanelle" della UFIP, delle specie di coppette, montate sopra ai piatti con la concavità verso l'alto, col suono, appunto, di campanelle.

Il numero e il tipo di piatti che dovrebbero far da corredo a una batteria dipende, nuovamente, dai gusti del batterista e soprattutto dal genere: se suoni jazz, devi avere soprattutto degli eccellenti piatti per charleston e 2 o anche 3 ride altrettanto buoni; se suoni heavy metal dovresti avere una vasta scelta di crash, e farebbe molto comodo un china (naturalmente saranno indispensabili il charleston e un ride con una campana che suoni bene)...
Riguardo la scelta del piatto, il batterista deve fare affidamento solo sui propri gusti e sul proprio orecchio: spesso ci sono troppi parametri da considerare, e scegliere tra un ride con un suono caldo, una risposta al colpo abbastanza delicata e ricco di frequenze medio-basse, e un ride con un suono scuro, decisamente basso e una risposta sensibile alla bacchetta, può essere molto difficile (anche perché é difficile tradurre un aggettivo in una particolare caratteristica del suono). Non ci sono parametri per classificare tutti i diversi piatti, che hanno tutti un suono diverso: il suggerimento è di provare e suonare il piatto, considerando il suono dei piatti che già si possiede (poiché il suono del nuovo piatto deve integrarsi bene nel suono generale di tutto il set). Inoltre è bene non farsi condizionare troppo dal processo di fabbricazione del piatto perché comunque, se il suono è buono e migliore degli altri, si può comprare tranquillamente un piatto anche non di marca e fatto con procedimenti industriali, senza nessuna esitazione. Ah, non vi conviene fare una scelta preventiva mediante i cataloghi, soprattutto se esteri, che includono tutti i piatti prodotti dalla casa, che spesso sono introvabili qui in Italia, anche in grandi città.



CURA - PULIZIA - RIPARAZIONE DEI PIATTI

Se non sei un turnista (cioè uno di quei musicisti professionisti che sono pagati per suonare in studio o dal vivo, che devono montare e smontare il proprio set due volte la settimana...) i tuoi piatti non avranno bisogno di molta cura. Semplicemente copri tutto il set, quando finisci di suonare, con un grande lenzuolo, che lo proteggerà dalla polvere, o, meglio, un telone impermeabile, che eviterà anche all'umidità di fare danni (soprattutto al legno dei fusti). Se devi spostare la batteria, puoi trasportare i tuoi piatti in una comunissima sacca porta piatti. Se questa é sprovvista di separatori interni, usa della plastica per traslochi (quella con le bolle di aria che scoppiano!) per separare i piatti l'uno dall'altro.

Se usate spesso stoppare il suono dei piatti (in genere crash) con una mano dopo averli colpiti, sarebbe meglio pulirli, alla fine, con un panno di cotone morbido. Questo per evitare che il sudore, a lungo andare, danneggi la lega (il mio sudore è MOLTO corrosivo). Molti batteristi mi hanno consigliato di non usare i prodotti di pulizia per piatti, perché pensano che possano danneggiarli. Non so se questo è vero, in ogni caso, se lo fosse, lo strato di metallo che ne risulterebbe danneggiato sarebbe infinitesimo... Comunque, all'inizio io usavo pulire i miei piatti, solo quando diventavano abbastanza sporchi, con il limone! Funziona bene: i piatti ottengono un suono nuovo, più ricco, sembrano più nuovi e non ne sono danneggiati, o almeno non sembra. Provate prima su un solo piatto, possibilmente vecchio, con poco limone, e se vi soddisfa procedete: non voglio responsabilità!
Ultimamente uso un'apposita crema della Zildjian, che ho pagato circa 8000 lire, che devo dire funziona bene. Che usiate limone o crema: mettete il detergente su una spugnetta e strofinate con abbastanza forza; dopo qualche passata, togliete via tutto il liquido con una pezza asciutta.

schema di piatto rotto Cosa si può fare con i piatti rotti??

- Se il piatto è solo ammaccato (questo succede solo a piatti molto, molto economici, presumo di latta...), puoi tentare di aggiustarlo con pinze e martello... ha funzionato per me!

- Se c'è una corta crepa (fino al 15 per cento del raggio, diciamo), puoi portare il piatto da un tornitore e far tagliare solo la parte rotta, naturalmente cercando di seguire la curvatura del piatto, tagliando il meno possibile (parte sinistra del disegno, linee nere).
Oppure puoi fare un foro col trapano alla fine della crepa per evitare che essa si allunghi.
Puoi anche provare a portarlo da un saldatore e chiedergli un giudizio: probabilmente una piccola saldatura in argento andrà bene.

- Se la crepa è troppo lunga, probabilmente il piatto é da buttare. Come alternativa estrema, bisognerà tagliare tutto il bordo esterno, uniformemente, così si otterrà un piatto di diametro minore (nell'immagine: le linee rosse). Naturalmente, la differenza di suono fra l'originale e il "nuovo" piatto, dipenderà dalla quantità di materiale tagliato. Ovviamente lo spessore rimarrà lo stesso, mentre perderete la corona esterna, che fornisce le alte frequenze e il suono squillante.

Un piatto rotto, anche solo per una piccola crepa, ha per sempre perso il suo suono. Comunque, non è così facile rompere un piatto (anzi...), se è di buona marca e se il batterista non è parente di Lars Ulrich. Ah, gli splash, per le loro dimensioni, sono i piatti che si rompono più facilmente.

particolare della rottura sul bordo di un piatto Alla sinistra il mio amato crash UFIP Bionic che dopo pochi mesi é spirato... Aveva un suono strepitoso, ma purtroppo si é formata una crepa (quella sinistra) lunga circa due centimetri. L'ho fatto saldare e gli ho fatto fare un foro per bloccare la crepa, ma durante l'intervento c'é stata una crisi improvvisa. Infatti la mezzaluna che é stata asportata si é staccata da sola a causa del rigetto dovuto alla saldatura. Portato subito in rianimazione, il chirurgo-fabbro ha allisciato alla meglio la mezzaluna, ma il danno era fatto. L'ho suonato per dieci minuti dopo l'intervento, dopodiché si é formata la seconda crepa. Tuttora in prognosi riservata...
Probabilmente potrei far saldare la seconda crepa e suonarlo fino alla morte definitiva, ma penso che sia più rispettoso nei suoi confronti lasciarlo in stato comatoso.
Questa favoletta (vera) serve a farvi capire che i piatti vanno davvero trattati con i guanti, mentre li si suona, per evitare i "viaggi della speranza" a Lourdes... ehm... dal fabbro.

ANATOMIA DELLA BATTERIA


CASSA

RULLANTE

TOM

PIATTI

PEDALE

ASTA HI-HAT

ASTE PIATTI

REGGIRULLANTE

REGGITOM


UTENTE


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